Il valore della cultura.
Le università telematiche riconosciute dal MIUR, rilasciano titoli equiparati a quelli delle università tradizionali. Tuttavia, non godono di buona reputazione...(e a ragione, aggiungo io).
Il punto critico sta nel controllo della qualità che lo Stato non svolge come dovrebbe e nella mancata vigilanza sui contenuti e sul mantenimento degli standard degli atenei, rischiando la svalutazione dei titoli rilasciati.
Parliamoci chiaro, le università telematiche sono scelte per la loro flessibilità (segui lezioni e sostieni esami da remoto) e vanno bene per chi lavora, o per quelli poco "attrezzati"...
Gli esami nelle università telematiche sono più facilmente superabili, lo sanno tutti e chi dice il contrario mente sapendo di mentire.
La modalità didattica flessibile, permette di rivedere le lezioni quando vuoi; gli esami sono spesso a risposta multipla, con database di domande note o prevedibili; una organizzazione più "student-friendly", con appelli frequenti e supporto continuo.
C'è da aggiungere che esiste meno selettività in ingresso e durante il percorso.
In Italia, siamo bombardati in TV da pubblicità di università on-line.
Ad oggi, ci sono una dozzina di università telematiche riconosciute dal Ministero dell'Università e della Ricerca.
Tutte offrono corsi di laurea triennale e magistrale online.
È evidente che la rapida crescita di queste università telematiche dà l’idea di un sistema poco rigoroso e molto redditizio, dove la qualità dell'insegnamento è bassa, il titolo viene percepito come “facile” (e senz'altro lo è), e prevalgono logiche di profitto su quelle formative.
Nelle università tradizionali invece, esiste maggiore severità nei criteri selettivi, nella valutazione e nell' approccio didattico più accademico.
Un fatto è certo: frequentare in presenza, soprattutto per corsi tecnici o scientifici, è un’esperienza più proficua, completa e formativa.
Come Paese, siamo all'ultimo posto in Europa per qualità di istruzione, secondo i dati del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) adottati con l'Agenda 2030 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si tratta di uno studio articolato, basato su 139 indicatori e quasi 400 voci.
Quindi, alla luce di queste classifiche, non c'è da stupirsi se le università "FINTE" crescono come funghi.
E la politica cosa fa?
Ah, già... la politica non le frequenta le università finte, anzi, non frequenta neanche quelle vere...
SalVitSantangelo


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