Perché il PD è inchiodato al 22%?
Perché il PD è diventato un partito di centro-destra, tradendo la propria storia e i propri valori e diventando esattamente ciò che abbiamo sempre combattuto.
Il Partito Democratico ha una identità politica confusa che fatica a definirsi chiaramente: né pienamente di sinistra radicale, né chiaramente riformista.
Ha irrimediabilmente perso appeal sia verso l’elettorato più progressista, che tra gli alleati Alleanza Verdi e Sinistra o M5S, e sia anche verso il centro, che guarda ad Azione o Italia Viva.
Nasce da una fusione (DS + Margherita) che ha unito culture diverse (comunista, cattolica, liberale), ma mai del tutto integrate.
Le lotte interne, i cambi di leadership frequenti e i "giri di valzer" parlamentari hanno eroso fiducia.
Molti lo vedono come un partito tecnico, urbano, benestante, poco vicino al disagio sociale o alle periferie. L’accusa ricorrente è di essere troppo “di palazzo”, legato a burocrazia e potere.
Elly Schlein, contrariamente alle attese, non ha saputo unire il partito e non ha catalizzato gli indecisi.
In sintesi: il PD è stabile perché ha una base fedele, ma non cresce perché non convince nessun blocco sociale nuovo.
Il PD è come i maiali della "Fattoria degli animali" di George Orwell, e rappresenta oggi il più grande ostacolo alla formazione di un vero partito popolare di massa e di sinistra.
SalVitSantangelo

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