Ma siamo davvero dalla parte giusta della storia?
L’edificio della televisione pubblica iraniana in fiamme, sventrato da un attacco aereo israeliano. Nelle ore successive, fonti iraniane hanno confermato la morte di almeno venti persone, in gran parte giornalisti, tecnici, personale civile. Non soldati, non miliziani, non strutture militari. Solo lavoratori civili.
Israele ha rivendicato l’operazione come un “colpo alla propaganda di Stato”. Ma questa narrazione non regge. In Iran, come ovunque, la maggior parte dei cittadini non riceve più le notizie dai media tradizionali. Il controllo dell’informazione, semmai, si gioca su piattaforme digitali e servizi di messaggistica, non certo su studi televisivi e palinsesti allineati. Distruggere una struttura civile non spezza la propaganda: uccide le persone.
Colpire deliberatamente un obiettivo non militare, senza un’effettiva necessità, è vietato dal diritto internazionale.
L’articolo 52 del Primo Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra è chiaro: gli attacchi devono essere limitati a obiettivi militari. Attaccare un’emittente televisiva civile, per quanto governativa, non soddisfa questo criterio. Anzi, si configura come crimine di guerra.
Questo episodio è solo l’ultimo di una lunga catena di violazioni che Israele continua a compiere con la complicità del silenzio occidentale. Le vittime civili sono spesso archiviate come “effetti collaterali” o peggio ancora, ignorate del tutto se non appartengono al giusto campo geopolitico.
Ma qui non si tratta di schieramenti, né di simpatizzare per un regime o per l’altro. Si tratta di riconoscere che il diritto internazionale vale per tutti, o non vale per nessuno.
Si tratta di denunciare il bombardamento di una struttura civile, con morti civili, da parte di uno Stato che agisce impunemente.
È giunto il momento di chiamare le cose con il loro nome: bombardare giornalisti e tecnici della TV è terrorismo di Stato, mascherato da guerra preventiva.
L’Occidente che si proclama paladino della libertà oggi tace. E questo silenzio pesa come un macigno.
SalVitSantangelo

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