Un quadro sconfortante
Per descrivere il caso Santanchè e molti altri casi simili, occorre ricordare Publio Cornelio Tacito e George Orwell.
Tácito diceva:
“In corruptissima re publica plurimae leges” (moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto),
nel senso che la legge deve avere il principio di astrattezza, generalità e eguaglianza e valere sempre e per tutti i cittadini, ma nell’interpretazione si va a "ad personam". Mi spiego : se un cittadino compie un reato lieve viene condannato, ma se un potente compie lo stesso reato viene quasi sempre assolto.
Ed ecco che quindi ha ragione Orwell a dire che tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri .
A ciò aggiungiamo il 4° potere (la stampa), che fa puntualmente due pesi e due misure.
Ad esempio: Il Giornale, il Secolo d’Italia, Libero, Il Foglio e quindi Sallusti, Porro, Capezzone, Senaldi, Annalisa Chirico, Bocchino, difendono l’indifendibile quando si tratta di esponenti dell' attuale governo.
Fanpage, La Stampa, Repubblica invece fa lo stesso con gli esponenti del Pd, e Il Fatto Quotidiano di Travaglio strizza l’occhio al Movimento 5 Stelle.
Cosicché la destra difende la ministra Santanchè negando i debiti non pagati allo Stato e i salari non pagati o pagati in ritardo dopo numerose pressioni ai dipendenti; difendono Nordio quando ha depenalizzato l’abuso d’ufficio e ti dicono che Vannacci è stato deposto dal ruolo di generale perché “vittima del pensiero unico". Viceversa la “sinistra” (uso le virgolette perché se Enrico Berlinguer e Sandro Pertini la vedessero si rivolterebbero nella tomba), strizza l’occhio a Soumahoro riguardo agli immigrati sfruttati o peggio ancora spende parole di comprensione per la Ferragni per la truffa del pandoro (la forza politica che un tempo difendeva le fasce sociali deboli adesso difende i vip…).
Attualmente l’unico che fa elogi e critiche a tutti gli schieramenti e che dice la verità in modo onesto, schietto e independiente è il magistrato Nicola Gratteri. E purtroppo, come tutti i grandi onesti e coraggiosi (Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino), ha le mani legate perché relegato a procuratore di Napoli per non dar fastidio e non disturbare "il manovratore".
Speriamo non faccia la fine dei suoi predecessori sopra citati.

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