Perché, per me, non è sensato essere di destra-destra
Non sono di destra-destra perché non mi piace la violenza.
Perché ho in odio "la legge del più forte".
Perché prediligo l'empatia.
Perché mi schiero sempre con i più deboli.
Perché combatto battaglie, anche non mie, che ritengo giuste.
Perché mi stanno a cuore i meno abbienti.
E soprattutto perché sono antifascista.
Essere antifascisti non è semplicemente una presa di posizione contro la brutalità del fascismo che ha abusato del suo potere e ha organizzato la sua forza sul sopruso e sull’ignoranza della popolazione.
Essere antifascisti è un “mezzo” capace di arginare l’odio, l’ignoranza e l’intolleranza.
Essere antifascisti dovrebbe essere la posizione, la normalità di qualsiasi persona indipendentemente dalle convinzioni, dalle preferenze, dalle idee, sia politiche, sia in generale, insomma essere antifascisti è il moto dell’anima di qualsiasi persona dotata di capacità e onestà intellettuale.
Ecco perché l’ignoranza cronica di certi soggetti, di certi personaggi che incitano all’odio, all’intolleranza e che sollevano il mito dell’autocrazia e dell’uomo forte dev’essere sempre contrastata, boicottata, condannata e per quanto riguarda me anche sbeffeggiata e derisa.
Per questo ritengo insensato essere di destra-destra.

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