L'ombra nera di pece
Vorrei tanto emozionarmi nel ricordare la potente immagine della ragazza iraniana in slip e reggiseno a colori in mezzo al grigio/nero del regime teocratico che impone una mortificazione inammissibile al corpo della donna.
Lo vorrei tanto non solo perché è un ricordo davvero potente ed evocativo, che riporta alla bambina ebrea col cappottino rosso di Schindler’s List, ma soprattutto perché ho una terribile nostalgia di quel me che si emoziona.
Quel me ingenuo e sovversivo che sostiene la giusta ribellione delle donne iraniane senza vedere, dietro a una causa tanto giusta, la manipolazione spietata della propaganda occidentale, una propaganda disposta a far leva su qualsiasi cosa, arrivando addirittura anche a distrarre il me di oggi.
Ricordo forte e toccante. quello della ragazza seminuda iraniana, evocata dall’Occidente per puntare il dito verso l "Iran", mentre se ne fotte dei corpi di altre donne straziati e bambini meno evocativi che continuano a morire a Gaza, in Libano e ovunque l’ Occidente marcio e violento allunga la sua libera e democratica mano e la sua ombra nera come la pece.
Come la morte.

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