Lenin e Stalin

Lenin era un criminale e il suo modello di governo portò ad una drammatica guerra civile che impoverì la Russia, oppresse milioni di persone attraverso una dittatura sanguinaria e nemica della libertà.

Quando penso a Lenin, penso sempre a due cose: è l'uomo che ha impedito la nascita di una monarchia costituzionale in Russia ed è l'uomo che ha ordinato la strage dei Romanov. 

Nel 1917 lo zar Nicola II, ultimo sovrano dei Romanov, fu costretto ad abdicare e arrestato dai bolscevichi per alto tradimento. Tenuto prigioniero in una casa isolata a Ekaterimbourg per circa un anno, nel 1918 lo zar e tutta la sua famiglia, furono barbaramente assassinati a sangue freddo dai bolscevichi. Tra le vittime, oltre alle figlie dello zar, anche un bambino, lo zarevic Aleksej, malato di emofilia e futuro erede al trono. I bolscevichi giustificarono la strage come necessaria per salvare la rivoluzione, minacciata dall'avanzata dei Bianchi. In realtà probabilmente lo fecero per eliminare un testimone scomodo e rubare i gioielli di famiglia. Nonostante i suoi errori, lo zar non vacillò davanti alla sentenza di morte pronunciata dal tribunale rivoluzionario. Dichiarò solamente che non riconosceva il tribunale che lo giudicava e che sperava che la sua morte e quella della sua famiglia avrebbe alleviato la sete dei russi. Morì da vero sovrano e recentemente è stato fatto santo dalla Chiesa ortodossa, santo e martire. 

Quando pensò a Lenin, penso a questo. Un volgare assassino che ha sterminato un'intera famiglia e distrutto una grandissima nazione.

Se Lenin era un criminale e un mostro straordinario, Stalin lo fu anche di più. 

Stalin è stato un mostro intelligente perché ottenne per la Russia non solo di recuperare i vecchi domini persi dal suo predecessore ma anche di ottenere l'influenza su tutto il blocco orientale fino a Berlino. 

Un genio (seppur maligno) da far apparire Lenin un dilettante nei suoi confronti, ma entrambi sono stati il peggio che il genere umano abbia prodotto. 

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