Quelli del Corriere della Sera

L’atlantista vanaglorioso Federico Rampini ringrazia gli USA per tutti i crimini e i disastri che ha seminato nel mondo.

L’atlantista fantasy Beppe Severgnini, racconta come Putin senza la Nato sarebbe già a Lisbona (o a Rimini: variante Di Bella).

L’atlantista trionfalista Vittorio Emanuele Parsi, da due anni e mezzo narra le travolgenti vittorie di Ucraina+Nato sul campo di battaglia, dove nessuno ne ha mai vista una.

L’atlantista da lista Gianni Riotta, che addita immaginari nemici dell’Occidente al soldo di Putin.

L’atlantista complottista, Federico Fubini, che vede Putin e i Wagner anche sotto il suo letto.

L’atlantista piangente Luciano Fontana, che ribalta il doppio standard usato dall’Occidente sulle guerre impunite di Netanyahu e su quelle punitissime di Putin: “Perché tanto odio per Israele e tanta comprensione per Putin?”.

Par di sognare: 

Putin è sotto sanzioni dal 2014, quando violò il diritto internazionale per riprendersi senza colpo ferire la Crimea, da sempre russa. 

Sanzioni centuplicate quando violò il diritto internazionale nel 2022 per invadere l’Ucraina e prendersi le regioni russofone che i governi nati da un’altra violazione del diritto internazionale – il golpe bianco-nero di Euromaidan per rovesciare un presidente eletto, ma inviso a Nato e Ue – bombardavano da otto anni. 

Da 31 mesi Nato e Ue armano Kiev (che non è né Nato né Ue) non solo per aiutarla a difendersi, ma anche per “sconfiggere la Russia” senza neppure dichiararle guerra. 

Applaudono se la Corte dell’Aja spicca un mandato di cattura contro Putin, ma strillano se il procuratore lo chiede per Netanyahu (senza per ora ottenerlo) su crimini di guerra molto più gravi di quelli di Putin: 42 mila morti civili in un anno nella striscia di Gaza abitata da 2,5 milioni di persone, oltre a bombardamenti in Cisgiordania, Libano, Siria, Iran, Iraq e Yemen. 

Questi sono quei giornalisti che il prof. Orsini chiama "Quelli del Corriere della Sera".

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