La scelta di essere genitori
Essere onesti e lucidi sulle intime motivazioni che portano (o non portano) a fare figli, è il primo passo per crescere e scegliere con intelligenza e coscienza il proprio futuro.
È il famoso abisso che ti guarda e ti scruta mentre tu scruti lui. Ed è in questa osservanza che si diventa grandi e consapevoli.
Per quella che è la mia esperienza di padre e di figlio, mi sento di dire che, almeno dalla seconda metà del secolo scorso, in Italia, fare figli è stata prettamente una scelta molto spesso egoistica. Tuttavia, trascorsi i tempi in cui i figli erano manodopera e assistenza domestica, l'egoismo a cui mi riferisco non afferisce alla sfera materiale (almeno non nei grandi numeri).
I figli si fanno perché si desiderano, perché è appagante, perché amare incondizionatamente è un'esperienza di vita meravigliosa, tenendo conto della possibilità di farlo.
Ciò premesso, dal punto di vista di figlio, auspico che i miei genitori mi abbiano concepito e si siano sentiti felici di amarmi e crescermi, e certamente che non lo abbiano fatto per filantropia.
Come capita a molti settantenni, in una fase della mia vita mi sono trovato ad occuparmi sia dei figli sia dei genitori ormai anziani, in particolare dei miei suoceri.
Che dire… spero non accada a me e a mia moglie. Spero tanto che mia figlia non si debba trovare a prendersi cura di noi anziani e malati. E comunque preferirei mille volte che il pannolone me lo cambiasse un robot o una badante che non mia figlia.
L'amore no, quello lo vorrei sempre e comunque da chi ho generato, non certo dalla badante, e durante tutto il percorso, non solo a fine vita.

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