La fragilità della presunzione
Una storia cinese racconta di una vecchia donna che andava ogni mattina al pozzo, portando un bastone sulle spalle con due vasi di terracotta appesi alle estremità.
Uno di essi era intatto e ritornava a casa con il bordo pieno d'acqua, mentre l'altro aveva una leggera crepa sul fondo da cui fuoriusciva gran parte dell'acqua lungo il percorso. Nel giro di due anni, il vaso sano mostrava la sua salute e completezza, mentre quello rotto sembrava triste.
Allora il vaso rotto disse alla nonnina con vergogna: "Vorrei chiederti scusa per la mia malattia che ti fa perdere tanta acqua ogni giorno!"
La vecchia signora sorrise e rispose: "Non hai notato, mio buon amico, la fila di fiori che si estende sul lato della strada che va dal pozzo a casa nostra? È dalla tua parte, non dalla parte del vaso sano che si vanta del suo completamento! Questo, perché ho notato quello che tu chiami “difetto” e ho piantato i semi nella tua direzione. Per due anni ho riempito la mia casa di fiori irrigati dall'acqua che filtrava dalla tua fessura. La mia casa, mio caro, ti deve questa bellezza!
Morale
Ci sono molte storie che ci assicurano che c’è bellezza in ogni difetto, che c’è luce in ogni oscurità e che c’è perfezione nell’imperfezione.
Una carenza è spesso molto meglio della completezza perché nell’imperfezione c’è tenerezza, dolcezza, nobiltà e misericordia.
La perfezione non è di questa terra e nell'imperfezione c'è umanità e un po' di profezia. Questo è il motivo per cui i persiani lasciano deliberatamente un punto rotto nei loro tappeti persiani estremamente belli e costosi. Lo sapevate?

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