Giorgia Meloni è neofascista o, come lei dice, conservatrice liberale?
Neofascista forse no ma postfascista sì. Basti pensare alle dichiarazioni fatte.
20 anni fa definiva Mussolini un ottimo politico, di gran lunga superiore ai politici dei 50 anni successivi.
A domanda diretta, ha sempre risposto tirando in ballo il comunismo e dittatori comunisti che non c'entravano niente col tema (mostrando scarsa cultura) Almirante per lei è stato un eroe, uno statista e un patriota, nonostante fosse un fascista convinto e un sostenitore delle leggi razziali (poi pentito). Recentemente ha dichiarato di aver sempre condannato qualsiasi forma di totalitarismo, compreso il fascismo, ma è sembrata poco credibile. Infatti, poco dopo, ecco la riabilitazione del MSI, storico partito neofascista, che avrebbe svolto un ruolo storico nella nostra democrazia.
Insomma, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina. Secondo me la Giorgia non è fascista, non è nemmeno una neofascista perché, almeno, i neofascisti il fascismo l'avevano vissuto: Almirante, La Russa (padre) e camerati. Lei è una che il ventennio non l'ha mai vissuto ma nel suo intimo nutre una nostalgia per quel periodo.
Credo comunque che non dichiarare apertamente di essere antifascista non le faccia onore ma non è quello il punto. Il punto è che la Giorgia rappresenta una politica ignorante, ultraconservatrice, ipocrita, opportunista, che sfrutta l'immigrazione come cavallo di battaglia per raccattare consensi, che sputa sull'Europa salvo poi fare la lecchina di Bruxelles, sovranista a parole ma allineata con Washington nei fatti, lecchina di Israele oltre la decenza umana.
È fascista nei modi e nell'incoerenza. Perché proprio come il fascismo è pronta a tutto per il potere.
Liberale e conservatrice nella stessa frase non ci stanno. O è liberale. O è conservatrice. Lei è una politica ultraconservatrice e, nonostante i suoi tentativi di riscrivere la storia, sta ad estrema destra.
Definire una così, liberale, è un insulto ai liberali quelli veri come me e a quelli enormemente più grandi di me, penso a Benedetto Croce, Gaetano Martino, Giovanni Malagodi, che si rivolterebbero nella tomba.

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